Thursday, May 26, 2011
Thursday, May 5, 2011
Lo studio delle funzioni: il caso dell'IRCAM.
La prerogativa principale dell’IRCAM è quella di fornire un luogo per raccogliere e coordinare i vari punti di vista scientifici sui fenomeni musicali che si possono trovare nei settori della fisica, elaborazione del segnale audio, informatica, psicologia cognitiva, e musicologia.
Gli obiettivi delle attività dell'Istituto sono due:1-contribuire al progresso della creazione contemporanea attraverso i progressi compiuti nella scienza e nella tecnologia;2-applicare le competenze sviluppate presso l'Istituto per le applicazioni sociali e industriali.
Sezione dell'IRCAM,Parigi,Renzo Piano. |
Analyzing several examples we realized that the structure hosting the IRCAM is the closest to what we meant to create, since it contains departments developing multidisciplinary research projects, together with art and science. In particular, we find: instrumental acoustics, acoustic and cognitive spaces, preception and sound design, sound analysis-synthesis, etc.
IRCAM's primary initiative is to provide a location to welcome and coordinate various scientific points of view on the musical phenomena that can be found in the domains of physics, sound signal processing, computer science, cognitive psychology, and musicology. The research carried out at the institute is defined by the acronym for Sciences et Technologies de la Musique et du Son - STMS - (Science and Technology for Music and Sound), the title of the mixed research laboratory that brings together researchers from the CNRS and IRCAM.
The goals of the institute's activities are twofold:-to contribute to the advancement of contemporary creation through progress made in science and technology;-to apply the expertise developed at the institute to social and industrial applications (medias, cultural outreach, education, etc.). (www.ircam.fr).
Tuesday, May 3, 2011
Riflessioni sulla storia del contesto e sulla forma
Immagine dell'antico porto fluviale |
Il sistema dei canali di Bologna |
Caricamento di container su una nave |
Saturday, April 30, 2011
LE FUNZIONI
Saturday, April 16, 2011
Indagini aggregative nello spazio
Wednesday, April 13, 2011
Trasformazione e controllo
Partendo da un elemento semplice e lineare come un regolo si possono ottenere forme che si discostano molto da quella iniziale, forme che danno vita ad una complessità che ha una storia, frutto di piccoli step (quali: somma e sottrazione di elementi, flessione, torsione e rastrema tura) che hanno segnato il suo divenire.
Se in una prima fase le trasformazioni sono state applicate direttamente all’elemento di partenza, successivamente sono state applicate anche ad elementi precedentemente modificati. In questo modo l’elemento di partenza è stato sottoposto ad una trasformazione data dalla composizione di più operazioni.
Si può notare come per queste trasformazioni non valga la proprietà commutativa, ovvero che invertendo l’ordine delle operazione si giunge a risultati differenti.
Le forme ottenute sono state poi arrangiate in una matrice, detta Variation Table, ponendo nella medesima riga le forme ottenute sottoponendo l’elemento di base al medesimo tipo di operazione. La varietà presente all’interno di una stessa riga è dovuta ai differenti modi di applicare un’operazione. La torsione, ad esempio, può essere operata attorno ad assi diversi e con angoli di torsione diversi, originando quindi forme diverse.
Appare evidente come, sottoponendo un elemento semplice ad una successione di operazioni semplici, si possa rapidamente giungere a risultati di grande complessità. Tali forme sarebbero difficilmente ottenibili e concepibili in un processo formale tradizionale. Le forme ottenute dal processo qui utilizzato, essendo originate da una successione ben definita di operazioni, sono invece più facilmente riproducibili e controllabili.
Si può dire che così facendo si sposti la fase progettuale più sulla scelta del processo da utilizzare per creare la forma, sul tipo di operazione atta a crearla, più che sulla forma stessa.
Evidentemente il numero di variazioni possibili è potenzialmente infinito; è quindi necessario che sia il progettista, con la sua sensibilità, a decidere quando fermare il processo e ad operare una selezione fra la miriade di forme ottenute, effettuando una scelta basata su giudizi di tipo estetico o funzionale. Una forma può ad esempio incontrare il gusto estetico di chi la sta creando per la sua stavaganza, per la sua novità o anche per un fatto puramente istintivo, per una “sensazione di bellezza” che essa trasmette a chi la guarda.
Essa però, per quanto bella, può scoprirsi essere inadatta a svolgere una certa funzione: l’oggetto ottenuto in figura, ad esempio, sarà difficilmente il volume di un edificio ma, pensandolo alla giusta scala, esso può essere l’ elemento strutturale verticale di un telaio, o, se più piccolo, una finitura.
Giocando con la scala è quindi possibile creare un oggetto complesso formato da oggetti a loro volta complessi.
Dunque si rivela necessario conoscere i parametri e le leggi che regolano il processo di trasformazione, in modo da poter avere il controllo di ogni sua fase, per poterla fermare ad un certo stadio, farla involvere e farla evolvere.
Nonostante ciò è importante notare come in questa prima fase il processo creativo sia stato puramente astratto e formale, avulso da considerazioni di carattere funzionale. Chiaramente queste ultime entreranno in gioco, ma in una fase successiva del lavoro.